martedì 29 gennaio 2008

Cronache egiziane


Stammattina sharm è accarezzata da un vento forte che pare non l'accarezzi in effetti, ma non scoraggia gli italiani in vacanza che hanno voglia di sole. Dopo una settimana a Sharm ho visto sia Naama Bay, la parte nuova di Sharm, una specie di Luna Park con negozi e ristoranti (anche sushi :), e sharm vecchia, dove tutto costa pochissimo, davvero pochissimo. Il cambio è uno a otto, 50 LE (lira egiziana) corrispondono a 6 euro, ma il potere d'acquisto è pari alle nostre 50 euro in Italia, pazzesco. Che bello sentirsi ricchi in Egitto. Io passo le mie giornate a fare programmi e prove e riunioni e saluti e chiacchiere con la gente che dice di avermi visto a Zelig. Quanto mi piace la gente. E' più forte di me, mi piace troppo. Questa settimana c'è un pò di gioventù, come sempre tante russe (delle gnocche pazzesche ma alcooliste anonime)e qualche bambino innoquo ed educato a cui ieri sera ho comunque consigliato di andare a giocare vicino al passaggio a livello. Domenica arrivano 4 muovi ragazzi e saremo 20 tondi, vi allego la foto fatta qualche giorno fà con otto di loro. Stasera Cabaret.


"Ehi Gin, Larry?
L'ho fatto fuori tranquillo, l'ho cosparso con dodici taniche di benzina.
Bravo Gin, ha detto qualcosa prima di morire?
Si fizz, voleva i bollini"

martedì 22 gennaio 2008

Sharman

Il mio primo giorno a Sharm El Sheikh, credo sarà più che un ricordo incancellabile della mia vita. Sapevo per certo che non andavo a farmi una passeggiata al parco considerando quanto conoscessi bene sulla carta “le dimensioni” della struttura, ma non potevo realmente sapere a cosa andavo incontro, fino al giorno del mio arrivo. Un arrivo battezzato da un controllo minuzioso sulla mia valigia 40 kili, controllo dovuto ai dubbi che i responsabili sicurezza in aeroporto avessero sulla mia nazionalità: erano davvero convinti fossi un egiziano di ritorno a casa con troppi bagagli. Dico io: terrone si, ma egiziano no. Il mio arrivo al P.B.Resort è stato un susseguirsi di strette di mano ai ragazzi che dal giorno dopo, cioè da oggi, sono diventati i miei ragazzi. Una ventina di ragazzi diversi tra loro, molto abbandonati a loro stessi, trovati stanchi ma non affatto nati allo stesso modo.
Dalle 9 e mezza del giorno dopo di cui sopra, sono arrivati i primi schiaffi.
Sono stato da subito bombardato di responsabilità, di problemi da risolvere, di numeri da scrivere e realizzare, di programmi nuovi da fare, di abitudini che devono essere cancellate, di aspettative in Sede e sul posto al mio lavoro troppo, molto più grandi di quelle che mi erano state disegnate.
In pratica, un bel trappolone.
So che ad un certo punto, per farla breve, volevo solo scappare e nascondermi e piangere come avrei voluto fare il primo giorno di scuola elementare, dove tutti mi sembravano tutti troppo più grandi di me, troppo pretenziosi, troppo presuntuosi per un bambino di pochi anni. Io di anni ora ne ho 30 iva inclusa, ma di scappare io ne avevo una voglia grandissima stamattina.
Non sono riuscito a mangiare tutto il giorno. Lo stomaco mi si è arricciato come mai in vita mia ed avevo addosso un agitazione che dovevo reprimere a tutti i costi per non mostrare debolezze che all’inizio possono creare danni irreparabili sull’opinione (da cui ne deriva il consequenziale rispetto) che chi lavora per te realizza proprio … su te stesso. Tutto questo limbo mi ha letteralmente massacrato la testa, la mente, lo stomaco e l’umore fino all’ora di cena, ovviamente saltata.
Mi aspettava una serata completamente mia, (con l’opzione ruggine di 4 mesi di pit stop) poche prove fatte al pomeriggio con i ragazzi abituati a fare le solite noiosissime cose, impressioni neanche così positive sugli stessi ed ero solo, completamente solo. Quando l’anfiteatro con tutta quella gente (più di 400 persone), assieme alle luci e al palco mi hanno fatto segno di cominciare, all’improvviso una calma che non so descrivere, un opportunismo che non so spiegare, hanno acceso il microfono ed hanno fatto forse una delle serate più belle mai fatte in assoluto, assolutamente coadiuvato dai ragazzi che ce l’hanno messa tutta e sono stati eccezionali. So solo che la gente rideva, rideva tanto e anche di più, so solo che alla fine ero invaso di complimenti importanti e forti che arrivavano dal Capo Villaggio fino a Dante di Vercelli sull’ultimo gradino in alto a destra (anni 77), dal direttore Artistico di un notissimo tour operator italiano (ora in prestito a quello per cui in questo momento lavoro io), fino ai ragazzi stessi che si erano divertiti davvero. Di Sharm ancora non ho visto neanche il colore, nonostante sia saltato in aria dallo spavento perché alle 5 del mattino ogni santo giorno da una moschea vicina partono le preghiere in filodiffusione mondiale e credi nel sonno che stiano venendo a prenderti incappucciati. Di Sharm non ho assaggiato ancora nulla, non a caso non ho ancora la diarrea. Di sharm non ho visto il sole ma solo un po’ di pioggia.
Il fatto è, che Sharm pensava di farmi il culo ed ho avuto paura, tanta paura. Tantissima. E Sharm non lo sa, forse un idea se la sta facendo speriamo dopo stasera, ma il culo glielo faccio io.
Eh si eh.

sabato 19 gennaio 2008

E' gia domani

Sembrava non arrivare più, sembrava poi arrivare poi nascondersi e invece finalmente la tanto agonizzata partenza è arrivata. Questa è l'ultima notte italiana, starò via tanti mesi ed è comprensibile un pò d'agitazione. Non è l'imminente dissenteria che colpirà me e il bagno che avrà la fortuna di dividere con me indimenticabili momenti che mi ansima dentro ma la consapevolezza di essere in un paese che non è il tuo per così tanto tempo, un esperienza ad oggi mai fatta prima. Che poi, questo mio Paese qual'è? E' quello dei rifiuti per le strade, quello del Ministro della Giustizia quasi arrestato, quello dei Campionati di calcio giocati al cellulare di Moggi, quello di Annamaria Franzoni e Amanda Knox, quello di Fabrizio Corona e del tanto amato Grande Fratello 11. Eppure io mi ricordavo della Toscana e delle fiorentine (la carne in generale diciamo), di Frascati e dell'uva, del Teatro Greco a Taormina, dei vecchietti seduti sulle sedie ovunque in Calabria, dei frutti di mare nderra allalanz', di Ravenna, di un sacco di cose, tutte speciali. James Taylor stà accompagnando questi ricordi e l'ultima notte italiana, sento freddo e al mio bisogno di caldo mancano poche ore, it's good.
Buon viaggio anche voi,
perchè il viaggio è anche per chi resta.

Ci vediamo a Sharm,
proprio da quì...

martedì 8 gennaio 2008

Cavo cavo, non dissaldarti...

Ebbene si, nei giorni in cui ormai tutta la vita è bluetooth, in cui se hai un computer che và su internet puoi vedere la tivvù digitale, e in cui se hai una tv digitale puoi guardare la posta su internet (perchè in tv rimarrebbe l'Arcuri che recita e Buona Domenica), in questo mondo digitale finalmente ora ci sono anche io: Wireless I Love you. E'stato difficile rinunciare al vecchio modem di Alice, ma per essere collegati in due in casa bisognava fare i turni, e i cavi erano talmente lunghi che ormai mia madre aveva ricominciato a stendere i panni su questi fili. E allora la scelta di andare senza fili, proprio come mia madre che ormai non li usa più. E devo dire che nonostante non abbia ancora provato l'ebbrezza della prima seduta in bagno col Vaio in rete senza fili, me ne vado in giro a mandare e mail stando prima in una stanza e poi in un altra per vedere se arrivano, e vi dico: arrivano, anche perchè il destinatario di queste e mail, tra l'altro, sono sempre io. E sono momenti. Comincio a parlare un pò della mia vita, dicendo che oggi sarebbe stato il mio primo giorno maldiviano, ieri sarei dovuto partire destinazione Machchafushi, un piccolo atollo delle Maldive nell'Oceano Indiano, e invece nulla, il direttore maldiviano è felice solo se il suo Resort resta chiuso. In attesa di nuova destinazione quindi, oggi pomeriggio ho accompagnato il mio babbo a fare una commissione. Ero in un condominio, al piano terra, solo e ad un certo punto dall'ascensore è venuta fuori una Signora sulla quarantina. Istintivamente ho detto "buonasera", ma la signora mi ha guardato ha pensato "chi ca...o ti conosce" ed ha tirato dritto. Ora dico io signora, un saluto non si nega mica a nessuno e se io che oggi dovevo essere alle maldive invece mi sono svegliato in questa merda di città abitata da maleducati come te e riesco ad essere comunque fottutamente felice per il mio modem senza fili, dico ... comprati un modem pure tu, o altrimenti tieniti i fili e asciuga le buone maniere, eccheccazzo!

sabato 5 gennaio 2008

Evviva evviva il nuovo anno!

Forse pochi lo sanno,
ma io avevo un blog ancora prima che i blog prendessero così piede nella rete.
Si chiamava Lavagnetta, era un diario on line contenuto nel mio ex sito internet ora ridotto in uno spartanissimo "impossibile visualizzare la pagina". Era un bel sito, non perchè fosse il mio, ma i molti visitatori vi ci trovavano bene, venivano lì ogni giorno a leggere cosa combinassi e quando non ci buttavo dentro due pensieri me li venivano a chiedere al telefono. Sono cambiate un sacco di cose da allora, c'è una persona completamente diversa con la penna in mano che non è più una penna (patetico, era un pc anche allora), meno capelli, un lavoro diverso, amici diversi, una vita diversa da quella che mi ero costruito per i primi 30 anni di vita. Ehssi, perchè ho trent'anni. In questo blog non farò mai nomi reali, ne sarà fatta una pubblicità per la nascita del blog stesso, queste pagine nascono per l'esigenza di raccontare quello che vedo con gli occhi e con la mente, di buono e di cattivo, nei giorni che mi sfoglieranno e che sarò capace di sfogliare. Sarò polemico e lamentone, ironico e patetico a volte, ma sarò io al NaturAle, quel che mi interessa essere sempre, anche qui dentro.
Il nuovo anno ha portato fino ad ora una febbre altissima che ha condannato il mio Capodanno lavorativo, e ancora dubbi e delusioni sull'anno lavorativo stesso. Se penso alla gente che litiga per l'eccesso di spazzatura in strada, mi sento meglio.
Ho la tosse e poca voglia di uscire, ed una tv che ora si chiama Lcd ma fà ancora più cagare di quella degli anni d'oro di Lavagnetta.
Meglio cambiare no?