domenica 7 novembre 2010

Carrelli e rivali


Oggi più del solito in un centro commerciale e di seguito un po’ ovunque, mi sono fermato a guardare le donne da un punto di vista obiettivo, dicendomi in silenzio che Dio ha davvero fatto l’uomo e la donna per una ragione precisa: ci sono cose che le donne sanno fare e noi no. Per quanto mi rilassi, per quanto mi diverta, per fare la spesa adotto la nota tecnica comune a tutti gli uomini, l’ACDC, che non è la mitica band ma un format preciso: A Cazzo Di Cane. Consiste nel cercare alla cazzo di cane appunto, ogni genere di schifezze senza un ordine preciso spesso non collegate tra loro in un ipotetico pasto, omettendo di guardare la data di scadenza, l’effettiva convenienza ed ovviamente l’ignobile sconosciuto: il prezzo. Ogni uomo, con suddetta tecnica, si ritroverà quindi fiero in fila davanti a carrelli abnormi spinti da altri uomini radiocomandati da altre donne e ghignando, sbircerà il suo umile cestino fatto di piccole cagate, godendo molto subito dopo nel sentire la cassiera pronunciare all’ uomo radiocomandato: “sono 169.80 signore, carta fedeltà bollini quante buste?” Il ghigno scomparirà all’istante quando l’istante dopo invece, lo stessa cassiera (con maggiore astio, perché gli uomini senza donne alle cassiere gli stanno sulle palle), gli chiederà 35 euro in meno per il cestino di cagate misto. Da lontano cercherai poi di capire come quella donna, ora ferma davanti alla vetrina di Intimissimi con la sola borsa Miù Miù appoggiata all’avambraccio, sia riuscita a comprare provviste per 6 mesi con quasi la stessa cifra del tuo mezzo pasto di cagate; cercando di intravedere che fine ha fatto quell’uomo col suv-carrello visto l’ultima volta ansimare con 18 buste per braccio, due ceste dell’acqua ed una parabola.
Le donne fanno la spesa come fanno l’amore. Amano i preliminari (la lista della spesa), accarezzano i prodotti, vogliono conoscerne la durata (la data di scadenza), vogliono confrontare i prezzi per poi sentenziare all’uomo radiocomandato che non serve “comprare un maiale intero per un pezzetto di salame” (questa non è mia, Luciana Litizzetto). E poi quando fanno la spesa le donne sono bellissime, sono concentrate, hanno la pelle distesa perchè sono veramente nel loro universo, stanno già immaginando la torta per i bambini o facendo algoritmi impossibili sui quantitativi e gli ingredienti di una ricetta by Benedetta Parodi. Eppure anche le donne del supermercato, anche quelle in carriera con X5 e iPhone senza auricolare, anche quelle premurose di una volta con la maglia della salute in mano per il su’ figliolo, hanno rivali e pretendenti. Hanno rivali minorenni assolte in Questura dalla Presidenza del Consiglio, hanno rivali in tutte le tv disperate per la cuginetta scomparsa e la coscienza a fanculo sotto il cuscino, hanno rivali ovunque e di continuo, appannando quelle donne bellissime coi sandali e un paio di jeans, che non hanno bisogno di nient’altro per essere tanto femmine e tanto desiderate. La soluzione alla diatriba comunque, la puntata successiva delle donne sul podio, finisce ad una pompa di benzina con la stessa donna davanti alla macchinetta che stranita mi chiede: “Scusa m’aiuti, mica ho capito qual è la pompa…”
“Dici? Non son mica così sicuro.”