mercoledì 23 gennaio 2013

La Legge è uguale per tutti (Maybe)

A cominciare da me, gli ultimi giorni sono stati un susseguirsi di battute e di ironia e simpatia su questa storia di Fabrizio Corona che scappa e lascia il Paese il giorno di una condanna. L'idea che fosse davvero entrato in una palestra e che i poliziotti avessero "perso le sue tracce" come in un film di Lino Banfi, che fosse fuggito non si sà dove e che non l'avremmo mai più rivisto, diciamocelo: piaceva a tutti, questa storia aveva preso tutti. E quando dico tutti, non parlo solo di quelli che hanno pagato 30 euro in discoteca per farsi una foto col Fabri, ma anche quelli che Corona lo hanno avuto sempre sui coglioni ed ovviamente quelli che attorno a Corona c'hanno mangiato bevuto e digerito allegramente. Finite le risate per una storia tutta da ritoro, mi rendo conto solo ora che da ritoro c'è poco, pochissimo, e che invece il tutto è di una tristezza epocale. Corona, che non è decisamente il figlio che vorresti avere sullo stato di famiglia, è uno che se n'è sbattuto le palle sempre di tutto e di tutti, che delle regole e della legge non ha mai avuto paura ne premura e che ad un passo dal carcere ci tiene a sottolineare che non scappava da nessuna parte, che non hai mai pianto e che non ha paura di nessuno. Il gangaster tatuato, con i soldi e l'Hammer sporco, che girava nudo alle Maldive con una figa spaziale (credo si chiamasse Belen), scappa. Si sente perseguitato e scappa. Eppure, nella follia di un gesto così, non c'è solo del marcio. C'è da chiedersi perchè uno come Corona si prenda 5 anni di carcere per una foto di cui Trezeguet forse manco si ricorda. C'è da chiedersi come mai i suoi processi che hanno definito anche in Cassazione le sue condanne una dietro l'altra, abbiano viaggiato alla velocità della luce. La verità è che in quella macchina che portava Corona in Portogallo, c'era anche l'incazzatura di moltissimi italiani delusi da un'altra macchina, quella giudiziaria, che funziona a classi sociali, politiche ed empatie/simpatie, quasi come il televoto quasi sempre tarocco. Fossi stato te Corona, non sarei mai piu tornato. Ne avrei lasciato Belen ne avrei fatto tutte le stronzate che hai combinato, ma io e te abbiamo avuto genitori diversi e meno male. Mia mamma non avrebbe mai detto: 'è colpa delle donne che ha avuto', mia mamma veniva a prendermi con mio padre anche in India con la seicento e dopo una vagonata di botte mi portava dritto in questura. Quello è il primo Tribunale della vita, quello che ti insegnano i tuoi gentiori: poche cazzate. E allora te lo voglio dire Fabrizio: sei un coglionazzo. Perchè per la magistratura italiana quelli come te sono come il sushi a pranzo, sono un alibi per distrarci da tutto quello che fanno a cazzo con chi ruba soldi pubblici da sempre, con chi strupra e ammazza, per strada, sulle navi e sulle strisce pedonali. Quindi se ce l'avevi con tutti e volevi cambiare un Paese di merda non pagando l'autostrada, bhè hai capito male, anzi scusami, ma in realtà di questo Paese tu non c'hai capito proprio un cazzo. Click

1 commento:

Unknown ha detto...

Grande Ale, mi sarebbe piaciuto scriverlo io 'sto pezzo.