giovedì 5 novembre 2009

The way u make me feel

Era la cucina della mia adolescenza, la prima della mia vita. Una sedia ed un altra ancora con i libri di Selezione o i cataloghi Vestro piazzati davanti a me, mazze da cucina ed un registratore Hitachi. Subito play e the way u make me feel faceva sognare un bambino per ore, di essere il batterista di Micheal Jackson. Stasera sono andato a vedere il racconto del tour di Kenny Ortega, il tour che Micheal jackson non ha mai cominciato a Londra per quei 50 concerti che gli sarebbero serviti a pagare i debiti per poi mandare a fanculo il mondo che lo ha accusato di aver seviziato bambini, cambiato pelle, naso, orecchie e dita dei piedi. Quello che ho visto stasera mi ha solo fatto capire, oltre alla genialità assoluta e al talento innato, quanto il mondo abbia devastato sulla vita di quest'uomo ed inevitabilmente, anche sulla sua morte. Dalle immagini io vedo solo un uomo che 50 anni non li dimostra per niente, che balla e canta da p-a-u-r-a, come nessuno saprà mai più fare al mondo, che segue la band, i ballerini e tutti quelli che ha attorno come se fossero i jackson 5 allargati, chiedendo scusa alla sua famiglia quando interrompe per dire la sua. Micheal Jackson era un uomo con un passato difficile e che faceva paura, a lui molto di più di tutte quelle "mass/merde" che gli hanno rovinato la vita.
Quello che resta è la sua musica, quel falsetto che vola su due piedi con le ali che, non vorrei sbagliarmi,
ma avrebbero voluto volare ancora un pò.

"Why, Why, tell'em that is human nature
why, why, does he do me that way"

Nessun commento: